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La PSD2 spiegata: cos’è e cosa cambia con l’Open Banking
News letter Studio Favero Montanari
La PSD2 spiegata: cos’è e cosa cambia con l’Open Banking
“Il banking è necessario, le banche no” diceva Bill Gates nel lontano 1990. Una previsione di quasi 30 anni fa che ad oggi appare incredibilmente lucida dopo l’introduzione della nuova direttiva europea sui servizi di pagamento, anche detta PSD2 (Payment Services Directive 2), che entrerà ufficialmente in vigore anche in Italia il 14 settembre 2019.
La PSD2 porterà diverse novità nel nostro modo di intendere e “vivere” la banca.: i sistemi bancari saranno più aperti e integreranno in misura maggiore le nuove tecnologie digitali, e avremo nuovi standard di autenticazione e sicurezza per autorizzare le operazioni bancarie.
In questo articolo cerchiamo di spiegare con parole semplici cosa è la PSD2, cosa cambia, come funziona l’Open Banking e che impatto ha/avrà sulla nostra vita quotidiana e sul modo in cui gestiamo i nostri soldi.
Cos’è la PSD2 e perché è stata introdotta
A gennaio 2018 è entrata in vigore la 2^ direttiva sui servizi di pagamento, nuova legislazione con cui la Commissione Europea impone alle banche di aprire a terze parti autorizzate le “porte” dei conti e dei dati in loro possesso. In breve la PSD2 consente ai clienti delle banche, sia privati che aziende, di utilizzare provider di soggetti non bancari (o Operatori Terzi) per gestire le proprie finanze e le operazioni di pagamento, e per accedere alle informazioni sui propri conti anche se si trovano in banche diverse.
In sostanza, per effettuare i pagamenti dal proprio conto corrente online non sarà necessario passare per il proprio istituto di credito, ma si potrà fare tutto tramite i nuovi soggetti terzi autorizzati.
Perché l’UE ha introdotto la PSD2? Per creare condizioni di parità e un ambiente bancario più democratico; per aumentare la concorrenza e l’innovazione nel mercato tra gli Stati membri; per rafforzare la protezione dei consumatori e migliorare la sicurezza dei pagamenti su internet e l’accesso al conto.
Con la PSD2 si concretizza il concetto di Open Banking grazie all’apertura delle API bancarie (1) a soggetti terzi autorizzati, che possono così accedere in sicurezza ai dati della banca e proporre nuovi servizi e prodotti innovativi e user-centered. Le banche diventano così in competizione non solo con le banche ma con chiunque offra servizi finanziari.
(1) Cosa sono le API
Tecnicamente un’API, interfaccia di programmazione di un’applicazione, è un insieme di comandi formalizzati che consentono alle applicazioni software di comunicare tra loro in modo uniforme e di sfruttare i servizi di base per creare servizi incentrati sul cliente. Sebbene il concetto non sia proprio nuovo (è stato lanciato da Salesforce nel 2000), le API sono diventate pian piano uno dei principali fattori abilitantidi innovazione nel settore bancario e il fulcro dell’Open banking. L’open banking è il processo con cui le banche condividono i dati dei clienti con aziende o app di terze parti in modo sicuro e in tempo reale, attraverso l’apertura di API, per creare nuovi servizi innovativi, utili e sempre più personalizzati. Ad esempio, grazie alle API bancarie i clienti possono utilizzare lo smartphone per pagare nei negozi o vedere quanti soldi spendono ogni mese per fare la spesa. Le banche, diventando piattaforma per altri servizi, beneficiano di questa apertura, e la condivisione dei dati fa bene al business. Questo approccio alle open API riduce infatti di molto i cicli di progettazione e sviluppo, e aumenta la velocità di commercializzazione, consentendo di perfezionare la user experience e allo stesso tempo garantire alle banche vantaggi in termini di scalabilità e costi del cloud.
Come vengono utilizzate
Ad esempio Mastercard offre una vasta gamma di soluzioni basate su API per coprire molteplici aspetti delle soluzioni di pagamento: consente l’accettazione dei pagamenti per l’e-commerce, abilita il servizio di trasferimento di denaro attraverso più canali di accesso, consente agli istituti finanziari di inviare e ricevere trasferimenti di denaro tramite Western Union Agent Network, abilita il pagamento online recuperando le informazioni della carta di pagamento da un portafoglio digitale nella rete MasterPass...
Pensiamo, poi, a Apple, che ha fornito API e SDK agli sviluppatori di terze parti per consentire loro di integrare Apple Pay nelle proprie app e in numerosi sistemi di pagamento, specialmente nel caso di acquisti in-app.
Ma il fintech non è solo pagamenti. I dati, come abbiamo già accennato, sono un altro dei molti percorsi con cui una API bancaria può aprire una porta quando si tratta di generare business. Questo è esattamente ciò che viene fatto da Xignite, una delle aziende pioniere nell’offrire API in grado di alimentare i database in tempo reale, che fornisce spazio cloud per l’archiviazione dei dati finanziari.
PSD2: cosa sono AISP, PISP e CISP
La nuova direttiva sui pagamenti introduce 3 nuovi attori nel panorama finanziario, o gli Operatori Terzi di cui parlavamo prima. Ecco un breve e utile glossario per orientarsi:
1) gli AISP (Account Information Service Provider), fornitori di servizi con accesso alle informazioni sul conto dei clienti delle banche in grado di analizzare il comportamento di spesa di un utente o aggregare i dati da diverse banche in un’unica piattaforma;
2) i PISP (Payment Initiatin Service Provider), fornitori di servizi che avviano un pagamento per conto dell’utente. Un PISP è in grado di prelevare i soldi dal conto previo consenso dell’utente. Gli esperti pensano che in futuro anche Facebook offrirà questa opportunità. Nei paesi del Nord Europa (Norvegia, Svezia, Danimarca) i PISP sono già ampiamente utilizzati poiché permettono, ad esempio, di accedere alla propria banca online per pagare le fatture ma anche per fare acquisti nei negozi fisici e online;
3) i CISP (Card Issuing Service Provider), prestatori di servizi di pagamento basati su carta che permettono di sapere se sul conto del pagatore vi è disponibilità dell’importo richiesto perché la transazione vada a buon fine. Il CISP non vede quanti soldi ci sono sul conto dell’utente, ma fornisce solo risposta positiva o negativa al momento dell’operazione di pagamento.
Per usare i servizi degli Operatori Terzi bisogna autorizzarli, ed è facoltà dell’utente scegliere se avvalersene oppure no, e può revocarne l’autorizzazione dal proprio Internet Banking in qualsiasi momento.
Cosa cambia
I dati condivisi tra banche e soggetti terzi per effetto della PSD2 possono essere informazioni basilari come la posizione delle filiali e i dettagli relativi a determinati prodotti bancari; la localizzazione delle banche con accesso per disabili o le caratteristiche dei diversi conti per poter fare un confronto e scegliere l’offerta migliore.
Ma la novità principale riguarda probabilmente i dati contenuti nelle transazioni. Le banche tengono traccia di tutto ciò che facciamo con i nostri soldi, sanno come li spendiamo, se chiediamo o diamo un prestito, quanto spendiamo in bollette, rate del mutuo, viaggi, caffè...
L’Open Banking, attraverso le API aperte, consente di trasmettere queste informazioni complete a terze parti che possono così entrare nel mercato finanziario superando le “pesantezze” della burocrazia e dell’infrastruttura tipica delle banche tradizionali, e creare nuovi prodotti e servizi moderni orientati alle esigenze dei clienti.
La natura esatta di questi prodotti in realtà resta un po’ un mistero, e il terreno spianato dall’Open Banking è ancora da definire. Per capirci: quando Google ha creato Maps, chi avrebbe potuto prevedere Uber? Tuttavia in questa fase possiamo già intravedere alcune tendenze.
Gli acquisti online
Uno dei cambiamenti più tangibili riguarda lo shopping online, che grazie a PSD2 e Open Banking diventa più economico.
Oggi se devi comprare un prodotto su Amazon, al momento dell’acquisto il rivenditore contatta l’acquirente che entra in contatto con Visa o MasterCard per prelevare il pagamento dalla tua carta. Aprendo i dati a terzi si potrà pagare direttamente dal proprio conto in modo più veloce, senza commissioni e senza intermediari, previo permesso del titolare della carta.
L’aumento della concorrenza per le nostre transazioni finanziare implica che i trasferimenti di denaro e il modo in cui gestiamo il conto diventino più veloci e agevoli. A livello pratico saremo in grado di fare acquisti tramite social mediacon un solo clic, di utilizzare Facebook o Google per pagare le bollette o monitorare le spese pur avendo i soldi depositati in modo sicuro nel “buon vecchio” conto bancario.
La gestione dei conti
Al momento se hai due conti in due banche diverse puoi esaminarli e gestirli separatamente perché i due sistemi sono incompatibili. Grazie all’Open Banking siamo in grado di aggregare e gestire le carte su un’unica dashboard anche avendo due o più conti su banche diverse. Vengono anche abilitati strumenti che analizzano il comportamento di spesa, trovano offerte competitive per i servizi e permettono di spostare denaro da un conto all’altro con un clic.
Banche e fintech stanno già sviluppando app e dashboard in cui è possibile visualizzare entrate e uscite di conti diversi. Pensiamo a Yolt, la piattaforma di smart money della banca olandese ING che permette di gestire in maniera intelligente il proprio denaro, ponendo fine ai continui salti tra più applicazioni e consentendo di visualizzare i propri conti e le proprie carte di credito in un’unica interfaccia chiara e trasparente.
I prestiti
Quando chiedi un prestito devi mostrare i dettagli delle tue finanze per dimostrare la tua affidabilità. L’Open Banking consente di fornire queste informazioni online, per esempio offrendo ai finanziatori un accesso una tantum a 12 mesi di entrate e spese. Esistono già servizi che lo fanno, ma per poterli utilizzare è necessario dare i tuoi dati di accesso. Questo metodo sarà più sicuro e più preciso e potrà fornire anche informazioni più “sottili”. Dirà se non hai lavorato per un tot di mesi o se sei stato all’estero per un lungo periodo, per esempio.
Sicurezza
Dal punto di vista della sicurezza l’Open Banking è sicuro quanto l’online banking. Le API sono affidabili e la legge impone agli account provider di verificare l’identità dell’utente e del servizio. Solo le startup approvate dall’autorità dei servizi finanziari potranno utilizzare il sistema. Una cosa importante da ricordare è che chiunque utilizzi un servizio di Open Banking non avrà bisogno di condividere il proprio login o password bancaria con nessuno fuorché la banca. Questo è un miglioramento rispetto ai servizi esistenti che a volte lo richiedono.
Cordialmente
rvfavero
Roberto Vittorio Favero
Tel. 0542.27.185 Cell. 339/276.72.54 Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Perito Tribunale di Bologna e CCIAA Bologna Tecnica Bancaria - Araldica e Genealogia
Associato ANPAR - Assoc. Naz.le Mediazione ed Arbitrato - Associato AssoCTU - Assoc. Naz.le Consulenti Tecnici del Tribunale in materia Bancaria e Finanziaria – Associato Collegio Periti Italiani – Roma