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NOTIZIE SU RISPARMIOMETRO
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NOTIZIE SU RISPARMIOMETRO
3 Settembre 2019 | Autore: Paolo Remer
https://www.laleggepertutti.it/299594_risparmiometro-chi-saranno-i-primi-contribuenti-colpiti
https://www.laleggepertutti.it/283494_risparmiometro-parte-la-superanagrafe-dei-conti-correnti
Al via la sperimentazione su conti in banca e risparmi: l’Agenzia delle Entrate individua il primo gruppo di soggetti da controllare. Si va a regime dal 2020.
Al via una nuova pagina sul risparmiometro, il nuovo sistema messo a punto dall’Agenzia delle Entrate che controlla i movimenti dei conti correnti per trovare l’evasione. Il sistema confronterà i dati delle dichiarazioni dei redditi con quanto risulta dai depositi bancari. Si tratta di un algoritmo che lavorerà in maniera automatica ed evidenzierà ai controllori le situazioni a rischio.
In questa fase di partenza, i primi contribuenti colpiti saranno alcune centinaia di soggetti selezionati in quanto spiccano per le discrepanze tra quanto dichiarano e quanto possiedono: sono coloro che hanno dichiarato redditi pari a zero o quasi, ma hanno un notevole ammontare di soldi in banca.
Vengono presi di mira non solo i conti correnti, ma anche i conti di deposito, i libretti di risparmio, i buoni fruttiferi, i depositi vita e i prodotti finanziari emessi dalle compagnie di assicurazioni. Tutti questi dati sono già acquisiti dal Fisco, si tratta ora di incrociarli con i dati delle dichiarazioni. Se il complesso di queste somme è maggiore dei redditi dichiarati e li supera in modo tale che i risparmi non possono giustificarlo, partiranno le lettere dell’Agenzia per richiedere chiarimenti e se questi non verranno forniti o saranno i sufficienti scatteranno gli accertamenti.
Secondo quanto rivela il quotidiano ItaliaOggi di stamane , la convenzione sugli obiettivi 2019-2021, tra l’Agenzia delle Entrate ed il ministero dell’Economia e Finanze (Mef), prevede una sperimentazione in questi ultimi mesi del 2019 per le persone fisiche, che è quella di cui stiamo parlando, e l’avvio della fase controllo vera e propria a regime per tutti i contribuenti a partire dal 2020. Il Fisco punta a recuperare, non solo dal risparmiometro, ma da tutte le attività di contrasto all’evasione nel loro complesso, la consistente cifra di 14,2 miliardi per il 2019.
Il risparmiometro nella fase iniziale era già stato messo a punto per le società: negli scorsi mesi ne sono state selezionate 156 che sono state attenzionate dalla Guardia di finanza proprio sulla base dei dati forniti dall’Agenzia delle Entrate utilizzando questa superanagrafe dei conti correnti..
Tempi duri per i furbetti: partono anche per le persone fisiche i controlli incrociati sui risparmi in banca.
Ogni promessa è debito, potrebbe dire l’Agenzia delle Entrate che, negli scorsi mesi, ci aveva anticipato l’imminente lancio del Risparmiometro. E così è stato. Dopo i pareri positivi forniti ieri dal Garante della Privacy, tutto è ora pronto per far partire la Superanagrafe dei conti correnti, il nuovo strumento che servirà al fisco per controllare la congruenza dei risparmi in banca rispetto a redditi dichiarati. Chi ha, sul conto corrente, troppi soldi rispetto alle fatture emesse o al 730 rischierà un accertamento fiscale.
La novità del Risparmiometro è proprio questa: non si tratta di un controllo sulle spese – come è stato sino ad oggi con il redditometro – ma su ciò “che non è stato speso”. Chi riceve periodicamente l’accredito in banca dello stipendio o della pensione dal conto non preleva mai un euro, dovrà spiegare all’ufficio delle imposte con quali soldi ha fatto la spesa, ha pagato le utenze e l’affitto, ha pagato la benzina per andare al lavoro o anche solo l’abbonamento all’autobus. Insomma, siccome non di sola aria vive l’uomo, è impossibile che il conto resti sempre intonso (o quasi).
[…] Di certo possiamo dire sin d’ora che il Fisco ha anticipato che per i controlli incrociati è già tutto pronto: e la Superanagrafe dei conti correnti è operativa non solo per società e imprenditori, ma anche per i privati, le persone fisiche, i dipendenti, i pensionati e persino i disoccupati (che, a ben vedere, rischiano di più se hanno un conto ricco e alcun reddito ufficiale). Il tutto proprio mentre il Ministro dell’Economia Tria pubblica le nuove linee guida sugli accertamenti e sulla riscossione: riscossione che, quantomeno, dovrebbe andare a colpire solo i soggetti solvibili e con un patrimonio. […].
I dati saranno offerti dalle stesse banche all’Agenzia delle Entrate, mediante terminale: è l’anagrafe dei rapporti finanziari che rivela, periodicamente, i conti detenuti dagli italiani, i prelievi e i versamenti, il saldo, il titoli e i libretti, le cassette di sicurezza, ecc.
C’è però un’àncora di salvezza per chi verrà trovato con troppi risparmi sul conto corrente rispetto alle entrate della dichiarazione dei redditi: la difesa preventiva deve essere sempre garantita, ammonisce il Garante. Il che significa un secco “no” ai controlli automatizzati, fatti solo sulla base di quello che risulta nel computer. Dietro la macchina ci dovrà sempre essere la mano dell’uomo.
In più il contribuente dovrà avere la possibilità di presentare delle difese prima dell’accertamento, in modo da non dover poi far ricorso al giudice. È quello che si chiama contraddittorio preventivo. Ed è proprio in questa fase che si potranno presentare le giustificazioni dimostrando da dove provengono quei “soldi in più” che hanno consentito di vivere senza toccare il conto corrente. Ecco un esempio di difesa che potrà servire a contrastare il risparmiometro. Si potrà dimostrare – ma sempre con prova scritta – che il denaro è frutto di un regalo da parte di un parente (cioè una donazione) o è il lascito di una eredità, o la vincita al gioco o un finanziamento ricevuto da una banca o da una finanziaria. Ma attenzione: non sono ammesse prove testimoniali nell’ambito del contenzioso contro il fisco. Le prove devono essere scritte (documentali) e presentare una data certa. Ecco perché sarà sempre necessario far transitare gli importi tramite bonifici o assegni. Oppure stilare una scrittura privata e registrarla.
Per chi vuol fare il furbo, insomma, si annunciano tempi duri.
**************
Massimo prelievo contanti privati
3 Settembre 2019
https://www.laleggepertutti.it/299587_massimo-prelievo-contanti-privati
Conto corrente: nuovo limite di prelievi, anche per importi frazionati, nell’arco di un mese. La segnalazione alla Uif da parte della banca.
Se il denaro viene usato per pagare qualcuno, fare un regalo o consentire un prestito, il limite di scambio tra privati resta sempre quello dei tremila euro che, ad oggi, non è stato ancora ritoccato. Ma qual è il massimo prelievo di contanti privati per quanto, invece, attiene alle operazioni sul conto corrente? Immagina di dover pagare la ditta dei lavori che ha rifatto i bagni in casa tua, di dover versare una caparra sull’acquisto della casa o di comprare un’auto usata: il venditore ti ha chiesto diecimila euro in contanti, scelta così determinata dalla possibilità di garantirti un sostanzioso sconto a fronte della mancata dichiarazione dell’importo al Fisco. Per non dare nell’occhio, fai dieci piccoli prelievi di mille euro ciascuno nell’arco di un mese. Cosa rischi? Esiste un limite massimo per i prelievi di contanti dal conto corrente per quanto riguarda i privati?
La materia è stata di recente riformata da un provvedimento della Uif, l’Unità di informazione finanziaria, datato 28 marzo 2019. Si tratta di una disciplina dettata per contrastare le attività illecite di riciclaggio del denaro sporco, ma che può consentire anche la verifica di eventuali evasioni fiscali. Quel che è certo che esiste un doppio regime di controllo sui contanti provenienti dal conto corrente: in primo luogo c’è quello dell’Agenzia delle Entrate, la quale può eseguire verifiche solo sui versamenti o sui bonifici ricevuti (e non anche sui prelievi eseguiti) da parte dei privati; in secondo luogo, c’è quello della Uif che, invece, accerta tutte le movimentazioni, sia in entrata che in uscita dal conto medesimo.
Come avviene il controllo dei prelievi da parte della Uif?
L’Unità di Informazione Finanziaria viene allertata dalla banca presso cui il privato ha il proprio deposito: la segnalazione scatta di volta in volta, in occasione della singola operazione sospetta. La Uif non dispone, dunque, di un proprio strumento di controllo diretto ed in tempo reale come, invece, è per l’ufficio delle imposte che possiede l’Anagrafe dei conti correnti. Come noto, l’Anagrafe consente una panoramica di tutti i rapporti tra le banche e i rispettivi clienti, indicando i conti correnti posseduti dai cittadini, le movimentazioni, il saldo, gli altri contratti (deposito titoli, cassette di sicurezza, ecc.).
Sicché solo se c’è la segnalazione dello sportellista, eseguita a seguito dell’operazione sospetta, le informazioni arrivano agli uffici competenti della Uif. Chi, invece, rientra nei tetti stabiliti dalla normativa non deve temere nulla.
Detto ciò, possiamo, quindi, chiarire qual è il massimo prelievo di contanti per privati dal conto corrente.
Limite di prelievo dal conto corrente per privati
Il provvedimento della Uif ha individuato un elenco di indicatori di anomalia per intercettare le operazioni sospette.
Il nuovo tetto per la segnalazione alla Uif è di 10mila euro nell’arco di un mese solare. Al superamento di tale soglia nel periodo di riferimento, lo sportellista che esegue l’operazione effettua una “registrazione” che viene archiviata dalla banca e, da lì, parte poi mensilmente la segnalazione alla Uif.
Detta segnalazione scatta anche se il superamento della soglia avviene attraverso più operazioni che, singolarmente prese, sono inferiori a 10mila euro ma che, tra loro sommate, superano il tetto. Ciò, però, vale solo se le operazioni sono pari o superiori a 1.000 euro l’una.
Giovanni, nell’arco di un mese, effettua 11 prelievi da mille euro l’uno. Le sue operazioni vengono ritenute rilevanti ai fini del superamento della soglia e, pertanto, scatta la segnalazione.
Marco, nell’arco di 40 giorni, effettua 15 prelievi da 900 euro l’uno. Anche se viene superato il limite dei 10mila euro, le operazioni non vengono segnalate alla Uif.
In sintesi, Banche, Poste italiane, istituti di pagamento e istituti di moneta elettronica (incluse le succursali e i punti di contatto comunitari) devono comunicare le operazioni in contante (prelievi e versamenti) pari o superiori a 10mila euro effettuate nel corso del mese solare. Tali movimentazioni dovranno essere censite anche se si tratta di operazioni occasionali, anche se frazionate pari o superiori a mille euro. Si tratta di una quantità di dati da analizzare estremamente rilevante e solo quei rapporti che presenteranno delle anomalie significative saranno con molta probabilità suscettibili di approfondimento dall’Uif che potrà avvalersi della Guardia di Finanza. Altri approfondimenti sull’uso del contante potranno avvenire dall’analisi delle Sos (segnalazioni di operazioni sospette).
Quali sono le operazioni sospette?
La difficoltà nell’individuare condotte inerenti l’uso del contante realmente sintomatiche di operazioni di riciclaggio ha portato l’Authority a optare per segnalazioni standardizzate, la cui anomalia verrà valutata dalla Uif stessa.
Tali comunicazioni escludono l’inoltro della segnalazione dell’operazione come sospetta ma a condizione che l’operazione non presenti collegamenti con altre operazioni che facciano desumere una complessiva operatività sospetta e che non siano effettuate da clienti che non siano ad elevato rischio riciclaggio e finanziamento al terrorismo. Tuttavia sempre l’Uif ha anche sancito che l’inoltro della Sos non esonera dalla comunicazione oggettiva.
Si tratta, pertanto, di semplici «controlli» e non di «divieti» che non è detto comportino l’apertura di una indagine penale o fiscale. Siamo, quindi, fuori dal perimetro delle segnalazioni per operazioni sospette (Sos); tuttavia, secondo la Gdf e la Direzione investigativa antimafia, è sempre necessario monitorare, anche tramite controlli incrociati, chi è “appassionato al contante” in quanto considerato «strumento anonimo e non tracciabile».
Controlli fiscali dell’Agenzia delle Entrate
A differenza di quanto attiene ai controlli sul riciclaggio del denaro sporco, l’Agenzia delle Entrate non può effettuare controlli sui prelievi eseguiti dal privato sul proprio conti correnti. Quest’ultimo è, quindi, libero di incassare allo sportello una somma anche elevata o, addirittura, chiudere il conto, senza che l’ufficio delle imposte possa contestargli nulla sotto il profilo dell’evasione alle imposte. I controlli fiscali si concentrano, almeno per quanto riguarda i contribuenti che non sono imprenditori, solo sui versamenti che, se non giustificati, si considerano «reddito» e, quindi, vengono tassati.
Le comunicazioni sul contante che le banche e le Poste Italiane per i servizi di banco posta dovranno inviare all’Unità di informazione finanziaria (Uif) della Banca d’Italia a partire da settembre [1] saranno invece utilizzate soprattutto per l’approfondimento di operazioni sospette e per effettuare analisi di fenomeni o tipologie di riciclaggio o di finanziamento del terrorismo. La normativa in generale prevede che gli obbligati debbano trasmettere alla Uif, con cadenza periodica, dati e informazioni individuati in base a criteri oggettivi, concernenti operazioni a rischio di riciclaggio o di finanziamento del terrorismo. Tali dati e le informazioni saranno però utilizzati per l’approfondimento di operazioni sospette e per effettuare analisi di fenomeni o tipologie di riciclaggio o di finanziamento del terrorismo.
Dunque i controlli sul conto corrente operano su due binari:
- accertamento di riciclaggio e altri reati: segnalazioni di prelievi e versamenti fatte dalla banca alla Uif solo se superano i tetti indicati sopra;
- accertamenti di evasione fiscale: controllo diretto dell’Agenzia delle Entrate solo sui versamenti di contanti sul conto o sui bonifici ricevuti.
Pertanto nel caso delle comunicazioni oggettive delle Banche all’Uif l’utilizzabilità diretta ai fini fiscali non è una conseguenza immediata e automatica se non a seguito dell’approfondimento richiesto dalla stessa Uif alla Guardia di finanza ovvero a seguito dell’approfondimento di una segnalazione di operazione sospetta.
[1] Decreto legislativo 231/2007 così come modificato dal decreto legislativo 90/2017
rvfavero
Roberto Vittorio Favero
Tel. 0542.27.185 Cell. 339/276.72.54 Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Perito Tribunale di Bologna e CCIAA Bologna Tecnica Bancaria - Araldica e Genealogia
Associato ANPAR - Assoc. Naz.le Mediazione ed Arbitrato - Associato AssoCTU - Assoc. Naz.le Consulenti Tecnici del Tribunale in materia Bancaria e Finanziaria – Associato Collegio Periti Italiani – Roma