Distrazioni al Tribunale di Bologna, periti sotto attacco?
Distrazioni al Tribunale
di Bologna,
periti sotto attacco?
Verso la fine del 2019 il Presidente del Tribunale di Bologna, Dott. Francesco Maria Caruso, in ottemperanza alla normativa per la digitalizzazione amministrativa, avviava il processo di riforma anche per il comparto degli albi nei ruoli di CTU e Penale, e trasferiva gli elenchi dal “cartaceo” al digitale.
Nel corso del trasferimento per ordine dello stesso Presidente e di concerto con un tavolo tecnico di cui non abbiamo indicazioni dei nomi dei partecipanti, veniva deliberato di cancellare tutti gli iscritti, dando avviso agli Ordini di appartenenza di informare i medesimi e farli riscrivere alla nuova piattaforma digitale. Tra gli “Ordini” è stata inclusa anche la Camera di Commercio, che però è autonoma nei propri ruoli dei periti e non sappiamo quindi a quale titolo avrebbe dovuto avvisare i propri iscritti, essendo esclusiva competenza dell’ufficio Albi del Tribunale, che avrebbe potuto ottemperare a ciò con un “misero” invio massivo di mail, vista la digitalizzazione in atto o con anche un comunicato edittale. E’ chiaro che il messaggio non è arrivato a nessun consulente, risultando, di fatto, una chiara omissione delle proprie competenze, tanto che con successiva ordinanza i tempi di inclusione attraverso una nuova iscrizione che devono richiedere i vecchi legittimi iscritti, sono stati prorogati fino a marzo 2020, in piena pandemia… a tutt’oggi il resto è cronaca!
Da tutto questo si evince che non è affatto chiaro al Presidente Caruso il ruolo dei periti, potendo ad esempio prendere a modello il Tribunale di Roma che non ha per nulla cassato nessuno ma ha conservato gli elenchi cartacei, non provenendo alcune specialità peritali da ordini professionali.
Si rileva palese imperizia, nonostante “i tavoli tecnici”, abuso d’ufficio, impudenza e negligenza amministrativa! L’ufficio di pertinenza pagato dai contribuenti aveva il compito specifico di avvisare della novella digitale, in prima persona i propri iscritti.
Il fatto raccapricciante ad un anno da questo avvenimento, compiuto con molta leggerezza da chi avrebbe dovuto vigilare sul retto andamento della giustizia, è che quanto accaduto è ignoto alla stragrande maggioranza degli stessi operatori del settore.
In sede giudiziale, avendo già avvisato il Ministero della Giustizia grazie all’immediato intervento del Collegio Periti Italiani, il Presidente Caruso dovrà chiarire il perché delle Sue determinazioni che hanno un riflesso sugli operatori in alcuni casi grave e pregiudizievole.
In primis, non c’era alcun motivo di cancellare i legittimi iscritti dai due albi civile e penale, la scusante dei circa 4500 iscritti non giustifica l’atto, potendo aggiornare la piattaforma digitale gradualmente.
Inoltre, bisogna considerare che la delicata varietà peritale non contempla di per sé per alcune tipologie una iscrizione ad albi professionali, e, come già espresso, non vi è l’obbligo per un altro istituto come quello della Camera di Commercio di comunicare agli iscritti nei propri albi e ruoli vicende e necessità di altri istituti che hanno vita propria. Ancora, la nuova iscrizione comporta il nuovo pagamento di tasse, perche? Naturalmente perché è considerata una nuova iscrizione, ma dov’è il motivo della cassazione dalla precedente iscrizione?
Quanti ancora non sanno di questo e continuano ad inserire nei propri curricola la menzione di essere iscritti presso i due albi ?, quanti hanno peritato usando la menzione tipica e ancora non sanno di non esserci più in quegli albi? Quale il danno che si può generare nella presentazione di un curriculum che a una verifica di fatto non corrisponde alla nuova verità ? Si genera un dubbio che può inficiare l’intero curriculum di una persona. Più precisamente, se una controparte scopre che una perizia, ecco, ad esempio, immaginiamo che una perizia di tecnica bancaria sia stata firmata ,si, da un perito bravo per la sua esperienza ma non iscritto all’albo per il quale lui si firma e timbra, le conseguenze? Potrebbe essere nullo l’atto prodotto invocando la controparte, anche, un millantato credito, essendo di fatto l’atto invalido non ricoprendo più quel tecnico quella qualifica. Inoltre, il silente atto compiuto dal tribunale genera effettivamente un dubbio sulla moralità della persona del perché non sia più in un albo abbastanza particolare: sei stato cacciato?, sei stato radiato? cosa è accaduto? Si sta danneggiando il professionista esercente tale funzione.
Si chiede quindi il ripristino immediato degli albi cartacei, fino a quando la piattaforma digitale non è completata e senza recare danno in tutti i sensi, compreso quello economico perché è richiesta una nuova tassazione su un’iscrizione che, di fatto, era già stata assolta.
Lupo Migliaccio di San Felice